THE ESQUIRE CANTEEN
Jimmy Savo al Café Society Uptown
(Luglio 1944)
Nella immagine in alto, Jimmy Savo ci minaccia astutamente con il peggior crollo dai tempi del ’29. Le vere protagoniste del tavolo accanto al comandante sono comunque la modella di Powers, Kay Hernan, e la giovane star bionda June Vincent, orgoglio degli Universal Studios. I critici hanno acclamato Savo come il più grande mimo del mondo. I suoi fan, che ormai hanno dato vita a un vero e proprio culto, tendono a battere le mani lentamente esclamando con stupore: “È l’uomo più divertente del mondo”. E chiunque abbia assistito ai suoi spettacoli sa bene cosa intendono.
Come tutti i grandi comici, Savo infonde un senso di malinconia e di pathos nella sua arte. Indossando l’abbigliamento malinconico di un’eleganza decaduta, incarna un piccolo uomo, eternamente ottimista, ma che non ha alcuna possibilità di vincere e non ne è consapevole. I suoi occhi sono tondi e colmi di stupore infantile. Timido ma dispettoso, canta con un sussurro rauco, affrontando le ballate popolari con una precisione sorprendente. Nella sua celebre interpretazione di River, Stay ’Way from My Door, implora il fiume che, intanto, avanza inesorabilmente verso di lui e la sua capanna. Nella canzone di Casablanca, As Time Goes By, mette in scena un’interpretazione completamente nuova della ormai abusata Danza delle Ore.
Jimmy Savo ha avuto umili origini, figlio di un calzolaio italiano nel Bronx. I tempi erano duri e, durante l’infanzia , contribuì alle finanze della modesta famiglia con gli orologi d’oro e altri oggetti di valore che vinceva nelle serate teatrali riservate ai dilettanti e che poi impegnava al banco dei pegni. Ha girato per tutto il paese in un circuito di vaudeville per circa venticinque anni, abbandonando progressivamente i suoi numeri di giocoliere man mano che sviluppava il suo talento per la pantomima.
Il suo successo in The Boys from Syracuse ha dimostrato che è altrettanto divertente con una corona di alloro in testa e avvolto in una toga di chiffon quanto con un malconcio cappello a bombetta. È stato il punto di forza, la colonna portante di diversi musical di Broadway, spesso traballanti ma, come si suol dire, Savo è stato un successo, ma gli spettacoli a cui ha partecipato non lo sono stati ! Lo stesso vale per la sua produzione da one man show del 1940, Mum’s the Word, in cui oltre che protagonista, costituì l’intero cast e curò la produzione.
I suoi svaghi sono semplici. Fuma sigari. Colleziona cani randagi. Colleziona anche fattorie (all’ultimo conteggio ne aveva sette), ma ha poco tempo per godersi i piaceri della vita pastorale ora che è diventato un ospite più o meno fisso del Café Society Uptown di Manhattan.
Analisi dell’articolo
Come appare evidente dalla immagine patinata accanto all’articolo , la rivista Esquire è essenzialmente una rivista di glamour e, pertanto, sceglie i suoi soggetti e i modi di presentarli in accordo con le preferenze e le abitudini dei lettori più fedeli.
L’articolo è del luglio 1944: in Italia si è appena conclusa la battaglia di Montecassino, a due passi dal castello di proprietà della moglie di Jimmy, in cui erano tornato nel ‘38 e in cui avevano sostenuto la vita ed il lavoro dello sparuto gruppetto di abitanti, puntando sulla produzione di prodotti agricoli, in particolare di vino, nelle 7 fattorie di cui parla l’articolo.
Pertanto in molti ritengono che l’articolo fosse in qualche modo proprio diretto alle truppe americane in Italia. E, in questo caso, la cosa più semplice era esaltare un attore italiano, di casa lì, dove molti soldati americani si battevano per la liberazione del nostro paese da un regime dittatoriale, sostenuto dalle truppe tedesche.
Ma non è solo questo il motivo di interesse dell’articolo nella sua essenzialità, dal momento che, per amore di sintesi, si sottolineano gli aspetti più importanti che rendono Savo un personaggio ben noto e amato dal suo pubblico.
Innanzitutto ancora una volta si sottolinea come Jimmy sia il più bravo mimo del mondo: lo ha riconosciuto Chaplin che ha ripreso nei suoi film alcune gag famose dell’artista italiano, ne parla con grande rispetto e simpatia l’artista statunitense J. Commings che, oltre a decantarne le doti in alcuni articoli, lo raffigura in un paio di quadri, durante le sue esibizioni, ed addirittura gli dedica una poesia visuale “so little”, riportata nelle antologie americane
Ancora della superiorità di Savo rispetto a Chaplin come vaudevillan, ne parlano, in alcuni articoli, Van Alstyne Weaver e Jr Jilbert Seldes entrambi poeti, romanzieri, giornalisti e sceneggiatori, le cui testimonianze saranno pubblicate prossimamente.
Oltre a ciò l’autore sottolinea alcune tappe fondamentali nella attività artistica di Jimmy che meritano di essere sottolineate. Innanzitutto ci dice che il periodo in cui ha praticato i teatri di vaudeville è durato circa 25 anni: una dura gavetta quindi, avendo cominciato a 9 anni, e ci dice anche che si esibiva come mimo, acrobata e prestigiatore. Ricordiamo poi che grazie ai suoi lineamenti perennemente infantili, era presentato come il meraviglioso bambino giocoliere con l’obbligo di indossare calzoni corti durante gli spettacoli e nella vita di tutti i giorni. Nell’immagine che accompagna l’articolo è rappresentato in equilibrio su una sedia insieme ad un piatto e ad un bicchiere colmo fi no all’orlo.
Evidentemente, poco dopo i 30 anni, “acquista la parola” e cioè diventa un comico sui palcoscenici di burlesque e di musical. Viene sottolineato come si dimostri versatile, non ancorato al personaggio che ha , per esempio, interpretato nel cinema e cioè quello di un omino generoso, ottimista, riservato e disponibile, perennemente perdente in tutti i frangenti della propria vita (nella foto in basso), ma anche brillante e vincente come avviene in The boys, from Syracuse con una corona di alloro in testa e una tunichetta di chiffon addosso, (nella foto
accanto) mentre rincorre tutte le servette di casa, finendo fra le braccia accoglienti della moglie del fratello gemello.
La parte finale dell’articolo conferma qualcosa che abbiamo già evidenziato in occasione del confronto fra Savo e Chaplin (Vite parallele di Jimmy e Charlie) e cioè che l’immagine chiara, accattivante, disponibile, melanconica, semplice dei suoi personaggi è anche quella dell’uomo, del marito, del padre, del nonno che di volta in volta ci viene raccontato, e poi è proprio la faccia di chi si occupa dei cani randagi in Italia e porta da mangiare agli uccelli e agli scoiattoli in Central Park a New York.
Sebbene l’articolo sia brevissimo e sintetico, appare evidente che viene presentato come un cammeo capace di raccontare storie affascinanti e testimoniare valori esistenziali, sociali ed affettivi. Non è chiaro se l’autore di questo articolo, racchiuso nel riquadro incorniciato nella pagina, sia lo stesso dell’intero articolo affianco! Qualora lo fosse a firmare l’intero articolo è Leo Disher, bravo corrispondente di guerra, addirittura insignito di onorificenze militari.