ARTI VIVE
Ha perfezionato l’arte del mimo e la sua comicità, finemente distillata, spazia dalla satira delicata al burlesque più sfrenato
by
Gilbert Seldes
Le Stravaganze di Jimmy Savo
(Novembre 1944)
Come l’altro magnifico Jimmy (n.d.r. Durante), Savo ricorda i grandi clown italiani, gli Arlecchino e i Pantalone; come Durante, Savo è sempre dolce, come è dolce l’acqua fresca, ma mentre la maschera di Durante è folle, divertente ed esuberante, quella di Savo appare malinconica. Potrebbe essere un’idea interessante farli esibire insieme, qualche volta.
La carriera di Savo risale a così tanto tempo fa che la maggior parte delle persone fa fatica a ricordare la coppia Savo e Allen (o viceversa, con l’Allen che era Fred). Io trovai il loro numero divertente, ma mi è stato detto che nessuno dei due protagonisti lo considerava più tale. Sono sicuro che Savo abbia pure … parlato durante un atto perché, sforzandomi un po’, ricordo quella volta che lo sentii annunciare a gran voce che avrebbe preferito essere Shakespeare piuttosto che Chaplin, e il motivo lo sussurrava ad Allen, ed era che Shakespeare era … morto!.
Da quel momento, Savo sembra essersi di nuovo zittito; è stato lodato da Chaplin come il più grande mimo vivente , eppure non è riuscito a ottenere ruoli nel cinema muto proprio quando questo genere avrebbe potuto sfruttare al massimo le sue capacità. Uno dei pochi film in cui apparve, con Balieff (qui a lato con Jimmy sul set di Once in a blue moon) e altri attori, fu un fiasco clamoroso.
Oggi Savo sta vivendo una nuova ondata di celebrità: in un piccolo, ma famosissimo, night club, conclude il suo spettacolo cantando River, Stay ’Way from My Door, e le persone che lo conoscono da sempre sono ancora felici di scoprire come egli sia ancora uno dei più grandi talenti del nostro tempo. Il motivo per cui non abbia goduto di un riconoscimento universale mi sfugge. Penso che possa essere una questione legata al mezzo cinematografico: un linguaggio che lui, forse, non è riuscito a decifrare, o che il cinema non ha saputo decifrare per lui.
Savo è un mimo e un comico, e non credo che il suo straordinario contributo alla sua arte sia stato ancora pienamente riconosciuto. La pantomima deve essere semplice perché ci sono solo pochi gesti delsarteani con significato universale: il mimo non può avere un significato segreto per il modo in cui si torce le mani o si umetta le labbra ( François Delsarte è stato un artista che si è diviso fra teatro e danza, ha scritto “I movimenti dell’anima” n.d.r.). Ogni piccolo movimento ha un significato proprio, ma deve essere generalmente comprensibile a tutti.
Savo sa tutto questo e ha continuato a creare un nuovo linguaggio dei gesti. Ecco un esempio: mentre canta As Time Goes By, nel momento in cui pronuncia il ritornello che dà il titolo al brano, porta l’orologio da polso all’altezza del viso, lo sposta con quattro piccoli movimenti a tempo di musica e gira la testa per seguirlo, come se stesse guardando una fila di soldati sfilare davanti a lui. In altre parole, Savo mima un gioco di parole. (il motivo citato, As Time Goes By, è la colonna sonora portante del film Casablanca, uscito proprio l’anno in cui Seldes scrive l’articolo, e il titolo viene interpretato da Savo in modo letterale con l’orologio che segna il tempo di partenze e di addii n.d.r.). In altri momenti, dà un significato letterale a una parola, completamente fuori contesto rispetto al senso della canzone. Per esempio, nella stessa canzone, quando canta “You must remember this”, agita il dito in aria come una maestrina severa. Quando nel testo si parla di brividi lungo la schiena, Savo letteralmente rabbrividisce. (Seldes si riferisce al modo in cui Savo interpreta la canzone di successo That Old Black Magic; qui in basso il filmato si riferisce ad una delle sue ultime apparizioni di Jimmy in tv , nel 1952, nello show “All Star Sammer Revue, quando, avendo già subito l’amputazione di una gamba, non può utilizzare compiutamente, come faceva di solito, il linguaggio del corpo)
Quando il sogno di qualcuno lo raggiunge, si ritrae in preda alla paura. Quando il fuoco dell’amore si spegne, lui lo ricopre di terra, come farebbe un cane… ma con la delicatezza di un gatto. Dire che Savo è un mimo potrebbe sembrare un controsenso. Dopotutto, canta, quindi non dovrebbe essere considerato un puro mimo. Ma il fatto è che Savo canta una cosa e ne mima un’altra, giocando con i doppi sensi, le traslitterazioni e le sciarade visive. Un’altra brillante trovata di Savo è usare canzoni sentimentali per le sue esibizioni artistiche. Il suo repertorio recente include Mandalay, A s Time Goes By, I’ll Get B, That Old Black Magic, River, Stay ’Way from My Door. Savo mette in burla queste canzoni popolari con una dolcezza che gli è propria, senza pietà, ma anche senza odio. E la sua interpretazione di River è una pura estasi di movimento e suono (qui in basso una sua esibizione cinematografica nel film Merry-Go-Round of 1938 ”).
Savo è basso, il viso rotondo e pallido, con una grande bocca da maschera tragica. Gli occhi sono grandi e mobili; veste una normale camicia, che scompare sotto un enorme cappotto e dei pantaloni ancora più larghi. Spesso anche la sua testa scompare per intero nel colletto della giacca. Ha quindi l’aspetto del classico clown grottesco, ma quando inizia a muoversi—con passi circolari alla Bobby Clark, ballando, o sdraiandosi sotto il pianoforte per battere i tacchi a terra in preda a sentimenti irrefrenabili—non assomiglia a nessun altro al mondo.
Sa fare trucchi straordinari con la sua voce: Canta venti battute di una canzone lontano dal microfono e poi improvvisamente pronuncia una parola lì vicino, facendo rimbombare la voce in tutta la sala. Poi si allontana rapidamente dal microfono e scaccia via il fiume che avanza verso la sua capanna con le mani e i piedi, senza che sia necessario amplificarlo.
Una volta lo vidi esibirsi in un evento di beneficenza di fronte a migliaia di persone, in un luogo enorme. Dovette usare il microfono più del solito, ma riuscì comunque a trasmettere ogni sfumatura del suo umorismo.
Uno dei suoi numeri che più amavo e che ora ha eliminato dal suo repertorio era il seguente: prendeva uno spartito musicale, lo portava in un angolo del palco per mostrarlo al batterista, poi correva dall’altra parte per farlo vedere a tutti gli altri musicisti che stavano nella buca dell’orchestra. Dopo aver fatto questo, si fermava, come se davvero si aspettasse che l’orchestra potesse già eseguire quel pezzo, avendolo potuto visionare solo per pochi istanti. A volte strappava la partitura in mille pezzi, salvandone solo un minuscolo frammento, e lo mostrava comunque a un musicista. Tutto con un’espressione, a volte, di puro terrore nei confronti dei suoni generati dall’orchestra.
Guardare Jimmy Savo è come abbandonarsi ad una lunga risata, punteggiata da sussulti di meraviglia per la straordinaria delicatezza e raffinatezza con cui utilizza i mezzi più semplici per ottenere la comicità più ampia. Sembra operare su due livelli contemporaneamente: la voce e la mimica, il canto stesso e il gioco visivo sulle parole pronunciate, il volto tragico con cui trasforma una melodia sentimentale in pura commedia, il tocco leggero e la fragorosa risata forte che lo segue.
Savo è un grande uomo ed un grande artista, e lo apprezzo ancora di più perché troppi comici oggi si affidano solo a battute sarcastiche e ad un umorismo acido, invece di creare qualcosa di nuovo ogni giorno.
Tutto era iniziato bene: la parsimonia di Jack Benny nel suo programma faceva parte della sua comicità, il tormentone sulla sua rivalità con Allen e i nomignoli che si scambiavano erano perfettamente legittimi. Ma poi qualcosa è cambiato. (Jimmy Savo, Herb Williams e Jack Benny, erano i comici delle Earl Carroll’s Vanitis che finirono, insieme a tutto il corpo di ballo e allo stesso Earl in questura con l’accusa di oscenità .Così i giornali il giorno dopo: Nello show che amava presentarsi come “il più nudo della storia”, gli arrestati sono Irene Ahlberg, di 19 anni, che ha vinto il titolo di “Miss America” quest’anno; Constance Trevor, di anni 22; Eileen Wenzell, 20 anni, conosciuta come “MissSt. Louls; ”Frances Joyce, 19 anni,“ Miss San Francisco ”; Kay Carroll, 22; Naomi Ray, 22; Jimmie Savo, comico, 34; Betty Veronica, 18 anni e Faith Bacon, 20.. Feroci le critiche dei giorni successivi. La più benevola tendeva a compiangere i comici, Jimmy Savo, Herb Williams e Jack Benny, divertenti ma costretti a nuotare costantemente nel letame (J. Brooks Atkinson sul The New York Times n.d.r.)
Ascoltate la radio, guardate i fumetti, osservate i film, e noterete che la maggior parte della comicità oggi si basa su battute cattive. Gli ospiti vengono presentati nei programmi e loro, insieme ai conduttori, si insultano a vicenda; di solito, attaccandosi sull’aspetto fisico o sull’abbigliamento. Questo tipo di satira reciproca deve essere invece vivace, veramente arguta e di buon umore per costituire una vera forma di commedia; non una semplice raffica di battute taglienti e sterili—come cani che abbaiano al vento. Nei film questo tipo di comicità non può essere così costante, perché c’è una trama da seguire; ma il germe è comunque presente. Queste battute acide sono solo un meccanico flusso di gocce di limone, non hanno alcuna freschezza. L’umorismo di un uomo come Savo, invece, è nuovo ogni giorno.
È un grande artista, capace di creare magia con i mezzi più semplici; e sebbene io abbia capito da tempo che dare consigli ai produttori di cinema è il modo più sicuro per essere ignorati , continuo a credere che qualcuno dovrebbe portare Savo sul grande schermo.
Ma, per una volta, lasciate che sia lui a mostrare ed esprimere il suo talento, senza imporgli cosa fare.
Alcune note
Gilbert Seldes è stato un personaggio poliedrico, un vero e proprio pioniere della critica culturale americana. Nato nel 1893, si è fatto strada nel mondo dell’editoria diventando editore e critico teatrale per The Dial, una delle riviste moderniste più influenti del suo tempo. Ma non si è fermato lì: ha scritto per testate prestigiose come Vanity Fair e il Saturday Evening Post, sempre con un occhio attento alla cultura popolare americana, che lo affascinava profondamente.
Negli anni ’30 si è avvicinato al teatro, adattando per Broadway classici come Lisistrata e Sogno di una notte di mezza estate. Poi ha esplorato il mondo del cinema e della radio, scrivendo sceneggiature e contribuendo alla crescita di questi nuovi media. Con l’avvento della televisione, è stato nominato primo direttore della CBS News, un ruolo che gli ha permesso di influenzare il modo in cui l’informazione veniva trasmessa al pubblico.
Nel 1958 ha fatto il salto davanti alle telecamere, conducendo il programma The Subject is Jazz su NBC, portando il grande pubblico alla scoperta di questo genere musicale. Ma il suo contributo più duraturo è arrivato nel mondo accademico: è stato il fondatore e primo decano dell’Annenberg School for Communication presso l’Università della Pennsylvania, gettando le basi per lo studio della comunicazione di massa.
Durante tutta la sua carriera, Seldes ha difeso l’idea della democrazia culturale, sostenendo che la cultura popolare meritasse lo stesso rispetto dell’arte alta. Ha anche insistito sulla necessità di una critica pubblica dei media, anticipando temi ancora oggi attualissimi. Verso la fine della sua vita, nel 1970, riflettendo sul suo lavoro, ha detto con ironia: “Ho portato avanti per anni un rapporto d’amore e conflitto con le arti popolari… È stato divertente. Niente di simile a loro.” Un intellettuale visionario, sempre in anticipo sui tempi, che ha saputo raccontare e interpretare la cultura americana in tutte le sue sfaccettature.
E proprio su Vanity Fair, nel novembre del 1944 è comparso questo articolo, che acquista un valore particolare perché , agli inizi degli anni ’40, Jimmy vive una profonda crisi professionale. Sullo sfondo della II guerra mondiale, Il mondo dello spettacolo sembra averlo dimenticato. Dopo il trionfale 1938, con due lungometraggi ed il musical di maggior successo, The Boys from Syracuse, Jimmy viene trascurato da Hollywood e incappa in tre flop di fila a Broadway, addirittura sospensione dello spettacolo ed il carcere per il produttore di Wine, Woman and Song. Ma in soccorso a Jimmy arriva un personaggio davvero unico, Barney Josephson, il creatore del Café Society che offre a Jimmy, credendo nella sua arte, una occasione importante che l’attore saprà cogliere. (la storia del club) Evidentemente c’è una grande simpatia e stima per Jimmy da parte di Gilbert Seldes se gli dedica questo bellissimo articolo proprio quando la critica paludata del tempo riteneva che il comico di origini stiglianesi non si sarebbe più ripreso!