Articolo retrospettivo di Samuel L. Leiter in theaterlife.com nella rubrica “on this day in newyork”
Ancora una rivista all’esordio, Parade, il 19 maggio 1935. Prodotto dalla Gilda al Guild Theatre, con scenette ideate da Paul Peters, George Sklar, Frank Gabrielson, Kyle Crichton e altri. La musica è stata attribuita a Jerome Moross, con musicheParade secondo Samuel L. Leiter aggiuntive di Marc Blitzstein; i testi di Peters, Sklar e Crichton. Philip Loeb ha diretto, con Robert Alton che ha curato le danze, Lee Simonson le scene, Constance Ripley, Irene Sharaff e Billi Livingston i costumi. Lo spettacolo è stato tenuto in vita per sole 40 repliche.
The Guild ha incassato $ 111.000 per questa rivista satirica definita dagli autori “socialmente consapevole“. Ed è il primo spettacolo musicale che ha poi spianato la strada a diversi e simili tentativi successivi nella stessa vena di Pins and Needles, la rivista musicale classica del decennio sulla politica di sinistra.
Parade doveva essere originariamente ospitata dalla Theatre Union con chiare tendenze di sinistra, ma è stata rilevata dalla Gilda quando la Union ha deciso che non poteva permettersi di continuare nell’allestimento.
I suoi contenuti si sono rivelati tutt’altro che seducenti per il pubblico ingioiellato della serata della prima presso Gilda, con i suoi costanti riferimenti agli abusi del capitalismo contemporaneo. Anche l’attore comico, spesso irresistibile, Jimmy Savo, ha potuto fare ben poco per salvare il salvabile.
Diversi critici hanno ritenuto che la rivista avrebbe riscosso un successo maggiore nel teatro della Union nella 14a strada.
Un cast di talento ha offerto giovani attori come Ezra Stone, Jack E. Leonard, Eve Arden, la cantante nera Avis Andrews e i ballerini Dorothy Fox e Charles Walters (nella foto al lato mentre, in alto, Ezra Stone e Jack Leonard). L’opinione generale era che Parade fosse una propaganda politica fin troppo pesante. Grenville Vernon ha osservato: “Satirico non è la parola giusta per esprimere il tipo di umorismo naif, ovvio, da botte e da ciambellone che permea la maggior parte degli sketch“. Tra gli argomenti: corruzione della polizia, alcolisti anonimi, istruzione universitaria, Brain Trust, giornalismo di Hearst, New Deal, guerra e pronto soccorso.
Una dei numei migliori di Savo lo vedeva nei panni di un proprietario di una fabbrica che decide di gestire lui stesso la produzione mentre i suoi operai sono in isciopero. In poco tempo viene sopraffatto dalla follia meccanizzata del nastro trasportatore, mentre perde il controllo del macchinario, e i suoi sforzi per mettere i coperchi sui barattoli di latta che passano velocemente sul nastro non impediscono ai barattoli di rotolare via per tutti i corridoi. I lettori che hanno visto Lucy ed Ethel fare un numero simile sul nastro trasportatore in I Love Lucy avranno subito capito l’idea (Del resto Tempi Moderni di Charlie Chaplin, con
una scena simile, comparirà l’anno successive nelle sale cinematografiche n.d.r.). Un altro numero di Savo, Hot Dog, lo vedeva nei panni di un mendicante affamato che cercava di ottenere gratis castagne e hot dog da un venditore ambulante in quello che venne unanimamente considerato un capolavoro di pathos comico.
Eve Arden ha inferto la sua prima importante ferita alla coscienza del pubblico con 2 sketch, il primo con la rappresentazione di una laureata Vassar che è costretta a fare carte false per essere assunta come commessa da Macy, nel secondo è una principessa russa che tiene una conferenza stampa sulla sua fuga dall’URSS.
Ha poi cantato “Send for the Militia” di Blitzstein in un numero che le richiedeva di interpretare un’elegante donna dell’alta società, di professate opinioni liberali che però richiede a gran voce che le forze armate intervengano al primo accenno di pericolo di somosse. Questo numero era stato preso in considerazione come blocco d’inizio dello spettacolo della notte ma poi gli è stato permesso di rimanere per coprire un cambio di scena.
Arden scrive in The Three Phases of Eve: “Sono stata sorpresa di sentire un caloroso applauso mentre mi affrettavo a fare il cambio di costume per il numero successivo, togliendomi la parrucca mentre mi spostavo dietro le quinte. Mezzo svestita, sono rimasta letteralmente terrorizzata quando mi hanno detto che quel numero stava bloccando lo show. In vestaglia, con la parrucca su un orecchio, ho affrontato l’applauso gratificante. Alla performance successiva mi è stato richiesto anche un bis. Queste sono alcune delle fortune che possono capitare solo in guerra o in uno spettacolo“