Aspettando Jimmy Savo –13 Ottobre 2018

Lasciamo un attimo da parte il cinema ed andiamo a teatro, all’ Alvin Theatre, nel cuore di Broadway,  per la prima di “The Boys From Syracuse” , ma prima facciamo  un salto in Italia, a Guardea, in provincia di Terni.

L’estate del 1938 segna la data del ritorno in Italia di Jimmy Savo, a 46 anni, in  Umbria, dove,  su un poggio, a Guardea, sorge un piccolo borgo, con 19 abitanti, stretti attorno ad un maestoso castello, regalo del papà della Farina, la seconda moglie di Jimmy,  alla figlia, in occasione del suo matrimonio. Così Jimmy intraprende, con la moglie, un viaggio in Italia, allo scopo di “curare le sue proprietà”.

L’intenzione era di prendere visione dello stato delle cose e ripartire immediatamente ma ciò che trovano li convince a fermarsi e a risanare non solo il vecchio castello, ridotto in malo modo, ma   anche tutte le case dei suoi abitanti, che versano nelle stesse condizioni. Jimmy comprerà altra terra, riorganizzerà la produzione agricola ed offrirà a tutti il suo vino e il suo aiuto (a proposito di solidarietà). Riparte per l’America, a malincuore, ma lo attende la rivista musicale più importante della sua carriera, “The Boys from Syracuse” che debutterà appunto  all’Alvin Theatre il 23 novembre del 1938  e chiuderà i battenti il 10 giugno 1939 per un totale di 235 repliche, dopo diverse anteprime,  a Boston e New Haven.

The boys from Syracuse” è un libero adattamento di “La commedia degli errori“, una delle commedie giovanili di Shakespeare, a sua volta liberamente basata su un’opera romana,del II secolo a. C.,  “Menecmi”, o Fratelli gemelli di Plauto.

Di seguito è possibile ascoltare alcuni brani della colonna sonora, eseguiti dall’autore delle musiche, Richard Rodgers, con alcune immagini di scena del musical di proprietà di “The New York Public Library

La regia è di George Abbott, uno dei registi più longevi, che ha continuato a lavorare fino all’età di 106 anni, e, pertanto, ha diretto tutti i più grandi protagonisti del cinema e del teatro; le coreografie sono di George Balanchine, considerato fra i più grandi ballerini del ventesimo secolo, e uno dei fondatori della tecnica del balletto classico negli Stati Uniti, dopo i successi ottenuti nella madre patria, la Russia. La coppia composta da Richard Rodgers, autore delle musiche e  Lorenz Hart, l’autore dei testi delle canzoni,  trionfa sui palcoscenici di Broadway per 25 anni, anche grazie a composizioni famose, conosciute in tutto il mondo, come Blue Moon, My Funny Valentine o The Lady Is a Tramp. Insieme a Jimmy c’erano Eddie Albert e Teddy Hart, Ronald Graham, Muriel Angelus e Wynn Murray. Affiatatissima la coppia Savo Hart,  nel ruolo dei gemelli Dromios.“ , che avevano già lavorato insieme, in precedenti musical, e la cui somiglianza ha ispirato diverse locandine dello spettacolo.

Se “The Boys from Syracuse” fu il maggior successo di Jimmy Savo, “Strike up the Band” si fermò alle anteprime di Filadelfia, per sole  5 esibizioni, e non approdò a Broadway, ma la storia merita di essere raccontata, perché avvengono due fatti importanti: da una parte nasce un teatro politicizzato, quasi militante, dall’altra nasce l’impegno politico e sociale di Jimmy Savo. Andiamo con ordine. “Strike up the band” nasce  come  commedia musicale dei fratelli Gershwin , che avevano già composto  brani indimenticabili come “Rapsodia in blu” e “Un americano a Parigi”,  con il lbretto  di George S. Kaufman, e l’interpretazione   di Edna May Oliver, conosciuta da noi per essere stata una delle sorelle di Liz Taylor in “Piccole donne” , Jimmy Savo, ed il cantante  Morton Downey. E’ in realtà una corrosiva satira antimilitarista ed antibellica  pronta a denunciare i progetti espansionistici del governo americano. Quello che segue è il gran finale, il pezzo che dà il titolo alla commedia con tutti gli attori in scena e che, in sovrimpressione, ci dà l’occasione di leggerne la trama.

 

Con “Strike up the band” inizia una produzione teatrale in cui la commedia musicale diventa parodia e satira politica, i cui bersagli sono proprio i regimi dittatoriali di Mussolini (The dictator)  in Italia , Hitler in Germania ed Hiro Hyto in Giappone. Oltre alla  commedia dei Geshwin diverse altre affrontano, con linguaggi diversi, temi politici fino ad arrivare  alla proiezione de “Il grande dittatore” di Chaplin, film del 1940, il primo veramente sonoro, parodia satirica in cui, come è noto, vengono caricaturizzate le  figure di Hinkel il dittatore coi baffetti, e di Benzino (poi Bonito, nella versione italiana)   Napoloni, il dittatore mangia spaghetti. L’anno dopo gli Stati Uniti entrano in guerra.

 

 

 

 

 

 

Ma anche Jimmy, inizia, in quell’occasione,  un suo cammino nell’impegno politico e sociale, sempre a fianco dei più deboli. Come testimoniato, nel 1943, quando partecipa, insieme ad alcuni  “preminenti” Italo-Americani, ad un simposio, organizzato dalla rivista marxista del Partito Comunista Americano, “New Masses”. Espone, nell’articolo “Il futuro dell’Italia” le condizioni in cui versa l’Italia, il nostro paese, avendo fatto tesoro dell’esperienza diretta vissuta a Guardea, qualche anno prima,  ed  il viaggio nei territori in cui si attuava la bonifica delle paludi pontine. Questo articolo  diventa un feroce atto di accusa verso il Governo Italiano e può essere letto  in originale o tradotto, al solito,  sul sito di Franco della Rosa.

Strike up the band” ebbe una prova d’appello: una seconda versione, rimaneggiata  nella colonna sonora,  edulcorata nella sceneggiatura di  Morrie Ryskind ,  scritta su misura per  i comici Bobby Clark e Paul McCullough,  approdò  a Broadway il 14 gennaio 1930, dove fu rappresentata   con  191 repliche, cornate da un discreto successo .

Gli storici del teatro, tuttavia, tendono a concordare con i  critici di Filadelfia che la versione del 1927 era da  preferirsi, pur  se in anticipo sui tempi, perché proponeva una prima  corrosiva, spietata  analisi   della corruzione del governo e del capitalismo americano.

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