Aspettando Jimmy Savo – 8 Ottobre 2018

Nel primo appuntamento con Jimmy Savo, il primo di questa lunga passeggiata che speriamo ci porti a festeggiare questo grande arista nell’ambito delle manifestazioni previste da Matera, Capitale della Cultura 2019, abbiamo appreso qualcosa di più sia dell’uomo che dell’artista. Abbiamo addirittura sottolineato che c’è una concordanza assoluta fra l’uomo, l’artista e alcuni dei personaggi che ha, di volta in volta, interpretato e ciò è stato messo in evidenza da tutti coloro che si sono occupati di lui. Leggendo certe recensioni non è sempre chiaro se si riferiscono all’uomo, all’attore oppure al personaggio interpretato.
In questo secondo articolo, vedremo qualcosa della sua produzione iniziale, quella svolta nel vaudeville e nel burlesque, ad inizio carriera, in cui si esibisce come clown, equilibrista, giocoliere, e successivamente cantando, ballando e mimando alcune sue celebri interpretazioni di motivi popolari, all’epoca, in America. Purtroppo le esibizioni di quel periodo non sono state mai documentate e filmate ma, fortunatamente, sono state riproposte nei lungometraggi che ha interpretato, anche se nei panni di personaggi diversi.
Nel video che segue faremo la conoscenza di Anita, il suo primo amore, come ce l’ha racconta nel libro autobiografico “I Bow To The Stones”  (“Mi inchino alle pietre”), e quello per Ilena, l’attrice Edwina Armstrong, figlia del regista del film, coprotagonista in “Once in a Blue Moon” (“Per una volta, in una luna blù”). Segue una indimenticabile interpretazione, cantata e mimata, di “River stay away from my door“, ( “Fiume stai lontano dalla porta di casa mia“) una specie di tormentone eseguito da tutti i più famosi cantanti dell’epoca, fra cui Frank synatra, Kate Smith & Guy Lombardo, e più recentemente  Fiona Apple ecc.) .

Purtroppo per Jimmy, le due storie d’amore, con Anita ed Ilena, finiscono male: quando finalmente, dopo aver messo da parte le paghe per anni di spettacoli dall’Atlantico al Pacifico, torna a casa di Anita, per chiederla in sposa, è troppo tardi, anzi è in anticipo di qualche ora per partecipare al matrimonio che Anita si appresta a contrarre con un altro. E con Irina le cose vanno ancora peggio: quando finalmente il clown decide di fermrsi, costruisce una modesta casa nella periferia di Parigi e si reca a casa della ragazza per chiederla in sposa, ha una sbalorditiva sorpresa! Quei profughi, modesti, malvestiti che aveva aiutato ad attraversare la Russia in fiamme, erano in realtà nobili ricchi esuli che vivono in un palazzo lussuoso nel centro di Parigi, in cui si svolgono sfolgoranti feste e balli. Non gli resta che danzare ancora una volta per i loro eleganti ospiti,  riprendere il carro di Tespi e andare in giro per il mondo ad allietare tanti bambini.
Abbiamo accostato le due storie, quella di Anita e quella di Ilena, perchè è lui stesso a suggerircelo quando facendo roteare le palle per Ilena guarda in su, verso quella che è scomparsa, temendo che possa ripiombargl in testa, e ferirlo profondamente, come è successo, con un grosso sasso,  con Anita.
Nella vita reale, invece, le cose per Jimmy, con le donne, non sono andate proprio così, anzi! Ma di questo ne parleremo un pò più in là!
“River stay away from my door” è stato un suo cavallo di battaglia nello spettacolo che lo consacrò fra i grandi di Broadway, “Mum’s the Word”, in scena il 5 dicembre del 1940 al minuscolo Belmont Theatre, allora sulla 48ª strada Ovest, in quello che, in genere, si chiama un “one man pantomime show” perchè prodotto, scritto e interpretato, unicamente, da Jimmy, con “incidentalmente, musiche di Ludwig van Beethoven, Frédéric Chopin, Modest Mussorgsky e Christoph Willibald Gluck, ma tutte manomesse da Jimmy Savo”. Sono proprio le sue doti mimiche  che hanno suggerito a Charlie Chaplin di definirlo   “il più grande pantomimo del mondo”.
Jimmy replicherà questo spettacolo in diversi teatri estivi, presso ameni posti di villeggiatura, sulle coste americane.
La drammaticità dell’interpretazione di “River stay away from my door”, presa dal film “Merry Go Round of 1938” si riferisce ad un fatto drammatico realmente vissuto dalla sua famiglia, quando casa e bottega erano situati in una cantina, sulla 97ª Strada,  e raccontato, anch’esso, nel libro “I bow to the stones”

“Una notte d’inverno ci fu un grosso acquazzone e la cantina fu inondata. Stavamo tutti dormendo. Aveva piovuto in continuazione dall’ora di cena. L’acqua salì all’altezza dei letti. Mio padre si svegliò e venne da me.Le luci si spensero. Mi sollevò dal letto e mi portò fuori, con l’acqua che gli arrivava quasi alle ginocchia. Mia madre seguiva, tenendo Lucy per mano. Andammo al piano di sopra e bussammo alla porta del cinese… “ (Cap 1. Gli inizi)

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